Carlo Scarpa e l’acqua

Renata Giovanardi
Carlo Scarpa e l’acqua
presentazione di Massimo Donà
con un contributo di Arrigo Rudi

formato cm 27 x 27, pp. 204 con 122 ill. a colori e 60 in b/n, 2006

44,00

L’acqua non è mai, in Scarpa, elemento secondario svincolato dall’architettura, ma connessione fra edificio e parti esterne: un “particulare” – come diceva l’architetto – fra i tanti che formano la grandezza e l’unicità di questo straordinario maestro. Il libro di Renata Giovanardi illustra con suggestive immagini lo svolgersi di questo pensiero architettonico e artistico. Vengono così visitati la Gipsoteca di Possagno, dove l’acqua riflette sul soffitto una luce capace di dare movimento alle sculture; Villa Ottolenghi, dove l’acqua “raddoppia” la facciata, come nei palazzi veneziani; il Negozio Olivetti, in piazza San Marco, dove l’acqua è base di una scultura; Castelvecchio, a Verona, dove l’acqua entra nel recinto del castello; la Fondazione Querini Stampalia, con l’“acqua alta” che entra nell’architettura e dove il prezioso giardino rialzato definisce lo spazio per far bere gli uccelli e far vivere i pesci; la Tomba Brion, dove il dialogo fra acqua e architettura si moltiplica all’infinito, raggiungendo linguaggi diversi, fino a quello dell’anima, e altri luoghi ancora.

Renata Giovanardi, architetto, vive e lavora a Roma, in via Margutta. Con Carlo Scarpa stringe duratura amicizia a Venezia nel 1969.